Ieri era l'ultimo giorno di ferie di una lunga e bellissima settimana densa di cose piacevoli, di incontri rimandati troppo a lungo e di festeggiamenti. Eh si, perché il giorno di Pasqua è stato anche il compleanno del mio amore ed è stato bello festeggiare con la sua numerosa famiglia, tra canti e buon cibo.
Il lunedì di Pasquetta siamo stati in montagna e il giorno dopo lo abbiamo passato in compagnia di Francesco tra i prati intorno a Cà Loz, piccola frazione di Sant'Omobono Terme (BG), a raccogliere erbe selvatiche. Abbiamo trovato tantissime erbe diverse, ortiche, tarassaco, lamio bianco, callio, erbette, erba cipollina, finocchietto selvatico, acetosa, menta e anche una specie di asparago di cui conosco solo il nome dialettale, l'enalba.
Per pranzo poi ci ha invitati nella sua splendida casa di pietra dove il tempo sembra essersi fermato e tutto assume un sapore diverso. Ci ha preparato delle buonissime tagliatelle fatte a mano (da lui) condite semplicemente con cipolla speck e pomodoro, il tutto cotto sulla stufa a legna, a dir poco strepitose.
Oggi è toccato a me cucinare, ho preparato qualche ricettina sfiziosa che posterò nei prossimi giorni e mi sono ufficialmente messa a dieta per perdere i chili presi durante le feste. Peccato che poi c'era la pastiera della zia da assaggiare... e vabbè la dieta inizierà domani.
Il lunedì di Pasquetta siamo stati in montagna e il giorno dopo lo abbiamo passato in compagnia di Francesco tra i prati intorno a Cà Loz, piccola frazione di Sant'Omobono Terme (BG), a raccogliere erbe selvatiche. Abbiamo trovato tantissime erbe diverse, ortiche, tarassaco, lamio bianco, callio, erbette, erba cipollina, finocchietto selvatico, acetosa, menta e anche una specie di asparago di cui conosco solo il nome dialettale, l'enalba.
Per pranzo poi ci ha invitati nella sua splendida casa di pietra dove il tempo sembra essersi fermato e tutto assume un sapore diverso. Ci ha preparato delle buonissime tagliatelle fatte a mano (da lui) condite semplicemente con cipolla speck e pomodoro, il tutto cotto sulla stufa a legna, a dir poco strepitose.
Oggi è toccato a me cucinare, ho preparato qualche ricettina sfiziosa che posterò nei prossimi giorni e mi sono ufficialmente messa a dieta per perdere i chili presi durante le feste. Peccato che poi c'era la pastiera della zia da assaggiare... e vabbè la dieta inizierà domani.
Per la pasta:
75 g di semola rimacinata di grano duro
30 g di acqua
25 g di tarassaco bollito
Per il ripieno:
100 g di ricotta vaccina
30 g di ortiche
1 spicchio d'aglio
1 scalogno piccolo
Per condire:
olio evo
noce moscata
parmigiano reggiano
Innanzitutto occorre andare nei prati a raccogliere le erbe selvatiche, anche il fruttivendolo le ha, ma perché pagarle a peso d'oro quando le possiamo avere gratis?
Mi raccomando però, non prendete erbe che non conoscete e se siete dei neofiti fatevi accompagnare da qualcuno che le conosce, come ho fatto io.
Far bollire il tarassaco in poca acqua salata, scolarlo bene, farlo raffreddare e frullarlo.
Preparare la pasta mescolando la farina, l'acqua e il tarassaco, finché non si avrà ottenuto un impasto morbido e omogeneo, fare una palla, avvolgerla nella pellicola e lasciar riposare una mezzora.
Nel frattempo preparare il ripieno. Tritare uno spicchio d'aglio e un piccolo scalogno e farli soffriggere in un goccio d'olio evo, aggiungere poi le cimette di ortiche precedentemente lavate e asciugate. Bagnare con un mestolino d'acqua, salare e far asciugare mescolando di tanto in tanto. Quando l'acqua sarà completamente assorbita, spegnere il fuoco e far raffreddare. Una volta freddo frullare il tutto e aggiungere la ricotta e una grattata abbondante di pepe.
A questo punto si può iniziare a stendere la pasta con l'apposita macchina o a mano se non l'avete. Ritagliare dei quadrati di 4x4 cm, riempirli con il ripieno e chiuderli formando dei fagottini. Lasciar riposare.
Bollire i ravioli in abbondante acqua salata per 5 minuti, scolarli bene e disporli nei piatto, condire a questo punto con un filo di olio evo a crudo, una spolverata abbondante di noce moscata e una spolverata di formaggio grattugiato.
Nella loro semplicità questi ravioli hanno davvero qualcosa di straordinario e non solo perché le erbe le ho raccolte con le mie mani. Hanno un sapore antico, una cosa che ho sempre più la voglia di riscoprire.
Oltre ad essere fatti proprio bene - brava - sono anche fotografati e presentati in modo tale da farmi venire voglia di assaggiarli nonostante abbia fatto colazione da poco!
RispondiEliminaBacioni
giuro che mi metto a cercare una ricetta ..scsua sono stra impegnata con la consegna della tesi ma mi impegno! questi ravioli che bontà!
RispondiEliminaBè.. ti chiedo troppo se ti metto in mano la mia vita e ti chiedo di cambiarla? Vedi, io non saprei riconoscere un'ortica da una foglia di lattuga e comunque non vedo un prato da anni. Anche quando scelgo le mete vacanziere, finisco sempre in qualche meravigliosa, ma pur sempre, città. Non so come mai, ma il verde ha finito quasi col mettermi in soggezione. Non è che mi inviti a fare una bella gita domenicale e mi illumini un pochino? Mi piacerebbe davvero tantissimo (issimissimo) e mi offro di portare un lauto cestino per sfamarci a mezzogiorno.
RispondiEliminaChe ne dici?
PS. e vabbè.. che te lo dico a fare che di quei ravioli ne mangerei a tonnellate? Ovvio, no?!
Un post che fa venire la voglia mdi andare per prati a raccogliere erbe, peccato il freddo, la pioggia e anche la neve...però quei ravioli sono una vera tentazione!
RispondiEliminaComplimenti!
loredana
Meraviglioso... tutto, tutto, tutto!
RispondiEliminaBrava mia cara! Sono favolosi!! :))))))))))
RispondiEliminaquanto mi piacciono le erbe spontanee. In questi giorni anch'io non faccio altro :D
RispondiEliminaDeliziosi i tuoi ravioli!
Un bacione
Bellissimi questi ravioli Chiara! Dovrei andare anch'io per campi in cerca di erbe ;-)
RispondiEliminaciaoo !!
RispondiEliminacomplimenti per il sito.
Visto che non ho il tarassaco posso fare una pasta all'uovo normale e mantenere la stessa forma?