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Visualizzazione dei post da febbraio, 2020

Noci e mandorle croccanti alla cannella e sciroppo d’acero

Sono una mangiatrice seriale di frutta secca.  Nocciole, soprattutto, ma anche mandorle e, ultimamente, noci pecan. Adoro anche le noci normali, ma ad alcune sono allergica e mi si gonfia tutta la lingua se le mangio. Quando ho visto che nel libro Solo di Signe Johansen protagonista del Club del 27 di febbraio , c'era questa ricetta di noci e noci pecan croccanti, non ho saputo resistere.  L'ho modificata leggermente utilizzando le mandorle al posto delle noci normali, per i motivi di cui sopra, ma non penso che il risultato ai fini della libidine, cambi molto. Mi sono dovuta sforzare ad andare a letto senza finirle tutte, perché volevo fare una foto con la luce diurna. Vi presento le uniche sopravvissute al mio assalto notturno. 90 g di noci pecan 90 g di mandorle 25 g di burro fuso 1 albume d’uovo 2/3 cucchiai di sciroppo d’acero ½ cucchiaino di cannella in polvere ¼ di cucchiaino di sale Preriscaldate il forno a 180° C. Disponete le noci s

Triglie ripiene al lardo su crema di piselli

L’ansia da Coronavirus non si placa. Spero che i più ottimisti non sbaglino a considerarla una semplice influenza e quindi poco rischiosa per soggetti prevalentemente sani, come mi ritengo di essere. In Lombardia si è fermato quasi tutto, le mie figlie saranno a casa da scuola sicuramente tutta la settimana e si spera la cosa non si debba prorogare. Una cosa positiva c’è, però. Nella mia azienda, generalmente molto attenta al benessere dei lavoratori, hanno mostrato apertura verso un orario flessibile più ampio. E quindi hanno dato il via libera all’inizio dell’attività lavorativa dalle 7.30 e fine della stessa alle 15.30. Spero che questa buona abitudine, visti i benefici che potrebbe portare alle famiglie e all’umore, non venga abbandonata con la fine della crisi. Io sono fiduciosa. Detto questo, dobbiamo pur mangiare e quindi tanto vale farlo bene, con piatti gustosi. Oggi il Calendario del cibo italiano celebra la giornata nazionale del lardo , io dò il mio contribut

Crostata cioccococco e gelatina alle fragole

Siamo blindati. Scuole e asili chiusi, niente cinema e teatro; hanno sospeso addirittura tutte le funzioni religiose. Il Coronavirus è arrivato anche in Italia ed ha scatenato il panico. Per fortuna questa torta l’avevo già fatta prima che svuotassero gli scaffali dei supermercati. Ringrazio Loredana per gli spunti sempre preziosi che regala, la ricetta proviene dal suo blog. I miei amici, che l’hanno assaggiata sabato sera, l’hanno apprezzata davvero tanto .  Per uno stampo da 24 cm di diametro Per il guscio: 260 g farina 00 80 g di burro freddo 2 cucchiai di  zucchero  di canna 2 cucchiai di acqua fredda Per la ganache al cioccolato: 200 g cioccolato  fondente 400 g latte di cocco  Per lo strato al cocco: 250 g farina di cocco 100 g miele d'acacia 200 g latte di cocco Per la gelatina alle fragole: 250 g di fragole + altre per la decorazione 100 ml di acqua 3 cucchiai di agar agar Preriscaldate il forno a  180° C.

Zuppa di fagioli e cavolo nero

Ero bambina la prima volta che visitai la toscana, era una colonia estiva. Dopo due anni passati al mare, non troppo esaltanti, da quel che ricordo, mia madre optò per un campo nell'entroterra toscano. Ricordo ancora la preparazione prima della partenza, dovemmo cucire delle sacchette (le ricavammo da un vecchio lenzuolo) nelle quali andavano riposti, in modo perfettamente organizzato, vestiti, scarpe, asciugamani e tutto l'occorrente per le 3 settimane di vacanza che mi aspettavano. La colonia si trovava in un bosco, non saprei localizzare in che zona della Toscana, sulla cima della collina c'era un edificio in pietra, noi eravamo alloggiati leggermente più a valle in 5 tende poggiate su palafitte di legno, tutte costituite da un unica stanza con dei letti a castello ed un piccolo porticato esterno con il tavolo e delle panche. Avevo 8 anni, la sensazione dominante era di essere immersa in un ambiente buio e lugubre, gli alberi altissimi che facevano a malapena entrar

Tortiera di carciofi e patate

4 anni. Tanti ne sono passati da quando ho iniziato questa avventura nell’azienda dove lavoro. Ricordate quella botta di culo a 300 metri da casa facendo un lavoro che mi piace? Tante le cose positive, soprattutto nell’ultimo anno, dove il rapporto tra colleghi è diventato più forte e famigliare; con alcuni si organizzano aperitivi serali, con altri il Pranzo Sociale (o degli Orfanelli). Appuntamenti diventati quasi indispensabili e che rafforzano inevitabilmente la voglia di collaborare anche nel lavoro. Nicola è uno dei colleghi a cui sono più affezionata. Sono il classico personaggio asociale che per 2 anni ha mangiato con il suo Kindle, non aspettatevi troppe effusioni, con nessuno, però... a Nicola sono affezionata. Lui è un grande amante della buona cucina, è spiritoso, abbastanza incazzoso e di ottima compagnia. Quando capita di incontrarlo al caffè, inevitabilmente parliamo di cibo. Lo scorso anno, o forse di anni ne sono passati già due, mi raccontava di un piatto

Brioches con lievito liquido di Loredana

Alfie, povero Alfie. Ogni 3/4 mesi mi ritrovo a compatire il mio povero licoli, tanto amato e tanto bistrattato lievito madre ospitato nel mio frigorifero da quasi 10 anni. Loredana , la colpa ultimamente è quasi sempre la sua, ha messo insieme 3 parole magiche… no, non “sole, cuore, amore” ma BRIOCHES, FACILI e LICOLI. Sono corsa al frigorifero e questo è ciò che ne è venuto fuori. Alfie mi vuole bene e tanto anche. Il testo della canzone Teorema descrive tutto il nostro amore… “prendi il tuo lievito, trattalo male, lascia che ti aspetti per mesi, non farti vivo e quando lo prendi, fallo come fosse un favore”… Ho la certezza che tra noi durerà per sempre, caro mio amato Alfie. Per 12 brioches 160 g di licoli rinfrescato tre ore prima dell'utilizzo 340 g di farina 0 1 uovo 50 g di latte  70 g di zucchero di canna  70 g di burro a tocchetti ½ cucchiaino di estratto di vaniglia buccia di arancia e limone bio grattugiata  4 g di sale Mettet

Broccoli affogati di Elvira

La prima volta che visitai Siracusa ne rimasi affascinata, era marzo, ormai sono passati 15 anni. Ricordo la macchina fotografica sempre al collo, il cielo grigio, il marmo bianco, gli amici. La prima sera conobbi Massimo e Lucy, cena a casa loro con specialità siciliane, il mio primo arancino degno di questo nome. Quella sera ho trovato una cara amica, ancora adesso è rimasta tale, nonostante 15 anni, 5 figli e 1500 km di distanza. Ci sono tornata spesso a Siracusa, anche in estate, quando il caldo ti si attaccava alla pelle e l’unico modo per ristorarsi era tuffarsi tra le acque blu al Plemmirio o mangiare la gratina alle mandorle del chiosco all’Arenella. Ogni luogo vissuto, ogni piatto assaggiato si porta dietro un volto amico, un sorriso, una storia da raccontare. A Siracusa ho lasciato una famiglia, non lo è diventata sulla carta, ma lo è rimasta nel cuore. Dei piatti che cucinava Elvira, i broccoli affogati era quello che preferivo, la ricetta è tra le bozze de

Tagliatelle alle castagne con salsiccia e funghi porcini

Mi sono lanciata nell’ignoto, o quasi. A Natale dello scorso anno a Filippo hanno regalato una bellissima scatola in legno piena di prodotto di eccellenza della toscana. Legumi, prevalentemente, ma anche cereali, farina di castagne e olio extravergine di oliva. “Userò questi prodotti eccezionali per qualche ricetta speciale”, mi son detta e poi nulla, tutto è rimasto nella scatola. La farina di castagne non sapevo come utilizzarla, a me neanche piacciono le castagne e poi, non ricordo bene per quale motivo, ho pensato alla giornata delle tagliatelle delCalendario del cibo italiano e mi son detta “saranno tagliatelle alle castagne”. Ho chiesto a Paoletta, mi ha dato una super ricetta per una sfoglia perfetta e ho preparato uno dei primi più golosi di sempre. La dolcezza della farina di castagne si sposa benissimo con un condimento deciso come salsiccia e porcini. da una  ricetta di Paola Balconi del blog La cucina Piccolina Per 4 persone Per le tagliatelle:

Crema di finocchi allo zenzero con mazzancolle e arancia

Faccio coming out: adoro i finocchi gratinati che fa mia suocera. Li fa bollire, poi li ripassa in padella con burro olio e cipolla e poi li mette a gratinare in forno con il formaggio grattugiato. Capirete anche voi che, in fondo in fondo, sono anche fortunata che non ci inviti tutte le domeniche a pranzo, altrimenti sai quanti chilometri dovrei correre per smaltire quel po' di verdura cotta? A casa mia si mangiano solo crudi ultimamente, nemmeno un filo d'olio, perché, in realtà, i finocchi sono buoni anche così, al naturale.  Per il Calendario del cibo italiano, che oggi celebra proprio la giornata del finocchio , ho voluto preparare un piatto sano e sfizioso. E se non siete per la goduria più totale dei finocchi gratinati di Lucia e nemmeno per quelli casti di casa mia, potete lasciarvi andare ad una via di mezzo, questo piatto fa proprio al caso vostro. Per 4 persone: 2 finocchi 16 mazzancolle 1 arancia+ 1 cucchiaio di scorza 30 ml di Vermouth 1/2 cucc

Ciambella speziata ai datteri e tè nero

Il sole caldo entrava dalle imposte della finestra della camera da letto. Era presto, ma la luce era forte e le impediva di continuare a sonnecchiare. Era ora di alzarsi e andare al pozzo per prendere l’acqua, presto tutti si sarebbero svegliati e suo padre non avrebbe tollerato la mancanza di acqua fresca per preparare il tè. Con un gesto famigliare legò i suoi lunghi capelli neri e ricci, si vestì con la tunica di lino chiaro e corse, con i secchi in mano, fino al pozzo al limitar del paese. I banchi del mercato erano già ricchi di frutta, verdura e spezie. Il profumo di quest’ultime inebriava i sensi. Lui la guardò, tutte le mattine la vedeva correre veloce, i piedi scalzi, i capelli raccolti… l’amava. Non le aveva mai parlato, ma sapeva chi era suo padre, quanto severo fosse e come avrebbe reagito per un suo ritardo. Non aveva mai avuto il coraggio di rallentare la sua corsa verso casa. Per la prima volta i loro occhi si incontrarono, lui non li distolse, lei si avvic