Avevo bisogno di togliere le ossa a qualcuno.
Per convenzione sociale, la
vittima prescelta non poteva essere squartata, ho quindi riversato la mia
macabra necessità verso un povero ed innocente coniglio piemontese.
In casa di Cristiana questa
pratica è ben nota, lei è già avvezza ad animali di pezzatura più grossa e ne
utilizza ogni parte, facendo gelatine da teste di maiale, mettendo fegati
vitello sottovuoto e perché no, strappando il loro cuore con le mani, mangiandoselo
crudo e sanguinolento. No l’ultima è uno scherzo, però rendeva bene l’idea.
In un commento proprio alla
sua ricetta del fegato alla veneziana per il Master di Alta Cucina sulla B12 le
scrivevo questo:
“Questo piatto parla di te,
di come io vedo te. Semplice, essenziale in superficie, ma di sostanza, una
delle più ricche. Sono felicissima che tu sia riuscita a mantenere intatta la
tua idea iniziale di fare il fegato alla veneziana senza aggiungere nessun
altro elemento al piatto.”
Il mio pensiero non è
affatto cambiato in questi mesi, si è addirittura consolidato.
Ne ho avuta l’assoluta
riprova preparando questa
tua ricetta per
The-Recipetionist di marzo-aprile, con pochissimi ingredienti sei riuscita a
creare un piatto magistrale, raffinato, di gran classe e soprattutto
buonissimo.
Non ho voluto modificarlo
sostanzialmente in nessuna delle sue parti, ho semplicemente sostituito le
patate con un contorno di fili di carota saltata al burro e dei finocchi
caramellati.
Coniglio ripieno con guanciale, cicoria di campo e pecorino con
fonduta e gravy al brandy
Ingredienti (per 8
persone):
1,2 kg di coniglio
disossato
150 g di tarassaco (cicoria
di campo) lessato
2 cucchiai di olio extra
vergine di oliva
1 spicchio di aglio
peperoncino
90 g di guanciale
150 g di pancetta coppata
Per la cottura:
1 carota
1/2 cipolla dorata
1/2 spicchio d'aglio
1 bicchierino di brandy
4 cucchiai di olio
extravergine di oliva
3 rametti di rosmarino
5 rametti di timo
Per la fonduta di pecorino:
120 ml di latte intero
100 ml di panna liquida
60 g di pecorino
1 cucchiaino di amido di
mais
noce moscata
Per il gravy al brandy
fondo di cottura del
coniglio filtrato
30 ml di brandy
2 cucchiai di farina
fondo bruno di coniglio
Per il fondo bruno di coniglio:
1 carcassa di coniglio
1 carota
1 cipolla
1 costa di sedano
½ bicchiere di vino bianco
pepe
olio extra vergine di oliva
Disossare il coniglio,
controllando bene che non vi siano piccole ossa.
Ripassare la cicoria,
precedentemente lessata in acqua salata, in un giro d’olio extra vergine e
l'aglio. Aggiungere un pizzico di peperoncino e far raffreddare.
Rivestire il coniglio con
il guanciale, coprire con la cicoria sfilettata e abbondante pecorino
grattugiato.
Richiudere e cucire con
filo da imbastitura. Rivestire con la pancetta coppata e fermarla con lo spago
(io ho omesso questo passaggio).
Preriscaldare il forno a
200°.
Far abbrustolire la
carcassa, che servirà per fare il fondo bruno per circa 20 minuti.
Abbassare la temperatura a
180°
Versare 4 cucchiai di olio
extra vergine sul fondo di una teglia. Aggiungere una carota tagliata a
rondelle, mezza cipolla affettata grossolanamente, l’aglio
tagliato a spicchi e gli aromi.
Adagiarvi il coniglio e
trasferire in forno.
Dopo 15 minuti bagnare con
il brandy.
Proseguire la cottura per
altri 45 minuti circa.
Intanto che cuoce il
coniglio, rosolare la cipolla, la carota ed il sedano tagliati a dadini in olio
extra vergine di oliva.
Aggiungere le ossa. Sfumare
con mezzo bicchiere di vino bianco, far evaporare e coprire con acqua.
Aggiungere il pepe e far cuocere per circa un'ora e mezza.
Sfornare il coniglio,
coprire con carta stagnola e far riposare mentre si preparano la salse.
Preparare la fonduta
grattugiando il pecorino.
Scaldare la panna con il
latte, senza portare ad ebollizione.
Aggiungere il pecorino e
farlo sciogliere con l'aiuto di una frusta.
Aggiungere una grattata di
noce moscata.
Se dovesse risultare troppo
liquido aggiungere 1 cucchiaino di amido.
Trasferire la teglia in cui
ha cotto il coniglio su due fuochi. Far prendere bollore, sfumare con il
brandy, raschiando bene il fondo della teglia.
Filtrare attraverso un
colino. Riportare sul fuoco e aggiungere due cucchiai di farina stemperata in
un paio di cucchiai d’acqua. Far cuocere per 10 minuti, aggiungere il fondo
bruno di coniglio ben filtrato e continuare a cuocere per altri 20 minuti.
Lucidare la salsa con una noce di burro a fuoco spento.
Servire il coniglio
tagliato a fette accompagnato dalla fonduta, la salsa gravy e dei fili di
carora sbollentati per un paio di minuti in acqua salata e poi ripassati in
padella con una noce di burro e dei semi di finocchietto.
Avrei voluto raccogliere
personalmente la cicoria, ma sono arrivata un po’ fuori tempo massimo, per
fortuna mia suocera ne aveva un pugno già lessato nel freezer e me ne ha fatto
dono.
Importante!!! Togliere
tutto il filo prima di servire!!!
Sono stata a lungo
spettatrice di questo gioco The
Recipe-tionist, ideato da Flavia del blog Cuocicucidici, ma non lo avevo
mai sentito molto nelle mie corde e quindi sempre un po’ snobbato. Il mese
scorso però c’era da rifare una ricetta presa dal blog di Patty e io ne prendo in prestito talmente
tante dal suo blog, perché le sento molto sulla mia pelle, che mi sono buttata.
E qui ho avuto la prima sorpresa, mi sono trovata a rileggere vecchissimi post
del suo blog per scegliere la ricetta da fare e ogni cosa che leggevo la
collegavo ad un periodo della mia vita di foodblogger e mi emozionavo. Questo
mese il blog che ci ospita è Beuf à la mode di Cristiana, un’altra persona che stimo
dal profondo del cuore da quando ho avuto il piacere di conoscerla e qui ho
avuto la seconda sorpresa. Io che ho sempre avuto una grandissima difficoltà a
seguire le ricette di altri, che fosse il Manuale di Nonna Papera o la rivista
di turno o il mio blog preferito, sono andata a scegliermi una ricetta che
prevedeva un disosso, la preparazione di un fondo e anche un gravy. Sto
iniziando a leggere e seguire passo passo le ricette di grandi cuoche che stimo
e ho iniziato ad imparare, senza lasciare troppa libertà all’istinto e alle
intuizioni e da questo traggo un grande insegnamento.
Per questo volevo
ringraziarti Flavia, perché sei riuscita laddove, in questi 7 anni di blog,
tutti avevano fallito, io per prima.
Cri, i miei amici ringraziano, sono rimasti entusiasti del pranzo.
Mi emoziona leggere le ultime parole di questo post, mi fa piacere vedere che hai compreso lo spirito di questo "gioco", anche se poi tanto gioco non è, perchè è un modo reale per tutti noi che abbiamo un blog per vedere seppur in piccolo cosa provano gli altri a fare una nostra ricetta. Ora venendo alla ricetta mi hai messo in testa che dopo il pollo grazie a Patty io debba nadare di disosso di coniglio...e porca miseriaccia ne ho uno favoloso in freezer cresciuto bello "ruspante" sull'Appennino, ma non vorrei alla prima farne carne tritata, quindi mi sa che non compero uno un poco meno nobile, diciamo pebleo al supermercato per le prove .... e mi lancio... i coltelli non mi mancano e la faccia tosta di rompere gli zebedei alla Cri nemmeno.... tra poco è Pasqua ...potrei lanciarmi nell'impresa.... grazie a te Kika bella...un buon inizio settimana...ti voglio bene
RispondiEliminaPraticamente una dichiarazione d'amore! Esagerata.Solo tu potevi scegliere una ricetta del genere: ti sei messa alla prova alla grande e sono felice, non sai quanto, che ti sia piaciuta. Il gioco di Flavia è bellissimo e crea una rete tra noi che riempie di senso il tempo che spendo qui nel virtuale: Grazie e ancora grazie
RispondiEliminaNon posso credere di non aver mai commentato questa tua rivisitazione di un grande piatto di Cristiana. Fosse per me avresti podio assicurato perché è una scelta impegnativa,una realizzazione magistrale e mi fa una gola indicibile. Adoro anche le foto.
RispondiEliminaGrande!!! Hai vinto!
RispondiEliminacomincia a preparare aperitivo per tutti... arriviamo!!!