Segue dal blog di Giuliana Fabris La gallina vintage
“Sono il duca Concori” si presentò lo sconosciuto, scrollandosi di dosso il pesante tabarro nero che fino ad allora gli aveva nascosto il volto. “Miei sono i vigneti della zona, miei i poderi di questaterra. Mio il vino con cui vi hanno riempito il boccale. Dite, cosa vi porta da queste parti?”
“Sono il duca Concori” si presentò lo sconosciuto, scrollandosi di dosso il pesante tabarro nero che fino ad allora gli aveva nascosto il volto. “Miei sono i vigneti della zona, miei i poderi di questaterra. Mio il vino con cui vi hanno riempito il boccale. Dite, cosa vi porta da queste parti?”
“la fiera!” rispose senza esitazione. Chi avrebbe potuto mai dubitarne?
La fiera dei prodotti agricoli era infatti il momento più atteso dell’anno, nella vita rurale delle comunità di contadini e allevatori che popolavano le zone vicine. Tutti si davano appuntamento lì, per comprare merci, vendere prodotti, esibire con orgoglio le primizie dei campi e i doni delle vigne. E, più di ogni cosa, per cercare nuovi semi.
“Esistono semi antichissimi che vengono custoditi in un luogo segreto, grani e sementi preziosissime che costituiscono il patrimonio agricolo e boschivo di questa terra” spiegava il Duca, mentre i due scendevano verso il paese. Il mattino seguente, si era offerto di accompagnarlo, poiché anch’egli era diretto là, alla ricerca di un nuovo vitigno per le sue vigne.
“Vedi tutti questi campi, la ricchezza e varietà di queste culture? E’ da questi semi che dipendono, dalla cura con cui vengono conservati e preservati. Una carestia, una devastazione, un incendio, tutto può distruggere i nostri campi. Ma è dai semi che tutto può rinascere. Sono questi, il tesoro della ricchezza che vedrai…
Le ultime parole del conte si persero tra il vociare
che, sempre più alto, giungeva alle orecchie del cavaliere. Erano giunti alla
fiera e quasi non riusciva a credere ai propri occhi...
La strada era costeggiata da lunghi
banchi di legno grezzo, sacchi di farina di mais, farro e castagne erano
impilati a formare alti e pesanti cumuli, a cui i mercanti attingevano senza
sosta, caricando i sacchi sui carri o sulla groppa dei muli di chi li comprava.
C’erano cesti colmi di mele di ogni
forma e colore, i contadini ne ricavavano spicchi offrendoli ai passanti per
farne assaporare la dolcezza; poco più avanti un altro banco, dove le varietà
di fagioli erano addirittura una decina e poi ancora le piccole patate di
montagna la cui buccia non era stata pulita e profumava di terra buona.
Presto anche lui e il duca, si
trovarono a degustare formaggi di pecora, accompagnati da tozzi di pane
di patate e gocce di miele di castagno.
Vennero attratti dai fumi e dai
profumi provenienti dai fuochi attrezzati all’aria aperta, grossi paioli
contenenti polenta e zuppe erano rimestati di continuo da braccia possenti,
pesanti testi di ghisa venivano riempiti di impasti liquidi e poi pressati per
cuocere necci e crisciolette, enormi tegami colmi d'olio bollente
venivano utilizzati per friggere la pitonca di polenta e le frittelle di
grano.
Il maiale che veniva fatto girare da
ore sullo spiedo era ormai pronto e i profumi di quella carne succulenta si
sprigionavano nell’aria fino ad inebriare i sensi.
Tutto il meglio che la gastronomia garfagnina poteva offrire era davanti ai suoi occhi.
Talmente grande fu
l'entusiasmo per quello che vide alla fiera e per i racconti del duca, che si
accorse dell'inesorabile trascorrere del tempo solo quando il sole iniziò a
nascondersi dietro il fianco della montagna. Montò in sella al suo cavallo e si
accomiatò.
In breve, si trovò di nuovo
solo nel fitto della foresta, incapace di ritrovare il sentiero battuto.
All’improvviso perse
l’equilibrio e si ritrovò a terra, il volto a toccare le foglie bagnate. Anche
il suo cavallo era caduto, capì che il momento tanto temuto era arrivato...
Continua sul blog di Flaminia Luccarelli www.flaminialuccarelli.com
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Vi presento una delle ricette assaggiate alla Fiera Garfagnana Terra Unica durante il Workshop sugli gnocchi a cui ho partecipato nel mese di novembre in Garfagnana.
Guidati da grandi professionisti, siamo stati guidati nella preparazione degli gnocchi con vari metodi e farine, nella composizione di un piatto e nella fotografia dello stesso. Il tutto contornato da un corso di scrittura che si è concluso con questo racconto corale che tocca tutte le tappe di questa fantastica esperienza.
Non anticipo niente, alla fine del racconto troverete tutti i ringraziamenti ufficiali.
Farrotto ai porri
Guidati da grandi professionisti, siamo stati guidati nella preparazione degli gnocchi con vari metodi e farine, nella composizione di un piatto e nella fotografia dello stesso. Il tutto contornato da un corso di scrittura che si è concluso con questo racconto corale che tocca tutte le tappe di questa fantastica esperienza.
Non anticipo niente, alla fine del racconto troverete tutti i ringraziamenti ufficiali.
Farrotto ai porri
Ingredienti per 4 persone:
350 g di farro della Garfagnana
2 porri (solo la parte bianca)
1 carota
1 costa di sedano
1/2 cipolla
1 bicchierino di brandy
500 ml di brodo vegetale
1 cucchiaio di passata di pomodoro
1 cucchiaio di panna fresca
30 g di parmigiano grattugiato
olio extravergine
pepe
Mondare la carota, la cipolla e il sedano e tagliare tutto a dadini molto piccoli, Affettare il porro a rondelle sottilissime.
In una casseruola soffriggere il sedano, la carota e la cipolla in 2 cucchiai di olio extravergine, aggiungere i porri e far stufare con il coperchio per 5/6 minuti a fuoco lento.
Aggiungere il farro, tostare per 1 minuto e sfumare con il brandy, aggiungere la passata di pomodoro e poi cuocere per 20 minuti aggiungendo il brodo caldo.
Spegnere e mantecare con un cucchiaio di panna fresca, coprire e far risposare.
Aggiungere il farro, tostare per 1 minuto e sfumare con il brandy, aggiungere la passata di pomodoro e poi cuocere per 20 minuti aggiungendo il brodo caldo.
Spegnere e mantecare con un cucchiaio di panna fresca, coprire e far risposare.
Che esperienza Chiara, davvero molto bella. Ho ricordo proprio piacevole e divertente, se non fosse stato per l'acqua sarebbe stato proprio fantastico. Secondo me il cavaliere dovrà vivere un'altra avventura, che dici? Sai che il farro ai porri non lo ricordo? meglio così lo provo subito da qui.
RispondiEliminaChiara deve essere stata un'esperienza unica, condivisione di profumi, colori e sapori una ricchezza che si percepisce da questo racconto che si srotola da un blog all'altro come le curve e le colline della Garfagnana.
RispondiEliminaGrazie per avermi permesso di percepire anche solo virtualmente la meraviglia di quei giorni
Un abbraccio caloroso
Ciao Chiara, perdersi con te in Garfagnana è stata una fantastica esperienza! Mi sono divertita un casino. Però mi mancate tutte quante!!! Mi consolerò cucinando un farrotto ai porri! Non vedo l'ora di riabbracciarti! Un bacione! Anche alle tue meravigliose cucciole!
RispondiEliminacara Chiara che bei giorni abbiamo passato insieme,cucinare con te è stato uno spasso, dobbiamo davvero trovare il modo di replicarlo ;)
RispondiEliminaChe bei piatti Chiara, mai visti prima, e che bella ricetta di farro, da provare subito!
RispondiEliminaChiara, chettelodicoaffà....tornerei là subito, a schiacciare le patate con te, faticosamente ma con quella allegria!! O ci portiamo il passapatate? Ti abbraccio piccola, e grazie, sei il folletto caparbio e pragmatico che adoro...
RispondiEliminaLeggendo queste cose, infatti, non ci si accorge dell'inesorabile trascorrere del tempo.
RispondiEliminaLo fermerei, se potessi, tra queste bellezze vissute da voi
Che bello, Chiara, questo regalo che ci state facendo con la storia delle avventure del cavaliere!
RispondiEliminaIl farro che abbiamo mangiato alla fiera...buono!!è stato davvero il fine settimana trascorso insieme, dalla giornata trascorsa in cucina alla tisana della sera. Da ripetere!!!Un bacio, Chiara
RispondiEliminaMi hai fatto tornare la voglia di rituffarmi tra i banchetti di quella fiera e riassaggiare tutto di nuovo!
RispondiEliminaSe adesso Paolo Bonolis mi dice: "farro"?
RispondiEliminaio rispondo subito "Garfagnana"! Anche a rischio di svegliare!
Se mi chiede: Gnochi?
le rispondo workshop del MTC!
é stato una sperienza stupenda che di sicuro noi tutti saremmo pronti a ripetere, e non solo noi!
besos