La nostra
settimana in Dalmazia è finita ormai da qualche giorno, ma il ricordo è ancora
molto vivo. Il penultimo giorno, dopo esser riusciti a fatica ad uscire
dall'isola di Ciovo dove alloggiavamo (coda di 1 ora per fare 1 km), ci siamo
diretti a Zadar, abbiamo fatto un giro veloce per il centro storico, che non ci
ha particolarmente conquistati e poi abbiamo subito ripiegato per il parco
nazionale di Krka.
Dopo aver lasciato la macchina abbiamo attraversato il piccolo e delizioso paesino di Skradin, finalmente qualcosa alla nostra misura, la gioia di trovare un panettiere invece che i soliti negozi di souvenir, e di poter placare la fame mangiando una buona pizza camminando verso l'imbarco del traghetto.
E poi è stato amore vero, il traghetto ti porta in un mondo lontano, si passa sotto ad un ponte dove i ragazzi si tuffano lanciandosi con una corda e poi le cascate, così vicine che quasi si possono toccare e la sensazione di essere al centro della terra.
Il parco è molto più a misura d'uomo rispetto a quello di Plitvice, si riesce a passeggiare senza sentire il fiato del vicino che soffia sul collo e quindi la passeggiata si può fare con calma ed è davvero piacevole. Volendo si può anche fare l bagno, ma noi non avevamo il costume e quindi ci siamo dedicati alle foto.
Sulla via del ritorno, dopo il secondo gelato, per combattere la calura, ci siamo fermati da Toni. Un paio di anni fa il mio amico Paolo ci aveva raccontato di un piatto di carne cotto sulla brace, sotto una campana, ma non eravamo mai riusciti a trovare niente di simile sulla costa e poi invece eccola lì la nostra bella campana e come suonava...
Ammetto che l'Istria mi aveva conquistata maggiormente, sarà che ci è nata la mia mamma (anche se lei non ci è mai più tornata) e il riscoprire i luoghi della sua infanzia mi aveva emozionato, sarà che era la prima volta, ma la peka la amo alla follia.
Ingredienti:
1 kg di carne di agnello
700 g di patate
4 carote
2 zucchine
2 peperoni
1 cipolla
2 dl dell’olio d’oliva
1 dl di vino bianco
sale e pepe
rosmarino fresco
Mettere tutti gli ingredienti tranne il vino in un tegame rotondo a bordi non troppo alti, metterlo sotto cripnja (il coperchio di ferro a forma di
campana) coprirlo con la brace e lasciarlo cucinare per un’ora.
Dopo un’ora mescolare la carne e la
verdura e aggiungere un decilitro di vino, poi coprire di nuovo con cripnja e
lasciarlo cucinare sulla brace per un'altra mezzora.
A chi non piacesse l'agnello, la peka si fa anche con il vitello, il polpo, seppia, ce n'è per tutti i gusti.
Non avendo la campana proverò a cucinarlo nel caminetto della griglia utilizzando una doppia padella, per ora però mi accontento del ricordo di questo sapore meraviglioso.
Con questa ricetta partecipo al contest di Cinzia e Valentina "Colors and food, what else?"
Kikina mia, che meraviglia trovare questo tuo post :))
RispondiEliminaMa lo sai che a Skradin ci sono stata anch'io??
Ammetto che è stato qualche annetto fa, tipo nel 1988 (ihihihiiii! alla pacca della giovinezza!) e la vacanza era con amici in barca a vela: ricordo benissimo quel lungo fiordo, percorso con fino a Skradin e poi quelle bellissime cascatelle del parco, bello davvero.
L'agnello lo abbiamo mangiato non li ma non ricordo dove, però era cotto sotto le braci, anzi mi pare mi abbian detto che facevano una buca nel terreno, ci mettevano la carne e poi coprivano appunto con la brace... ma è passato così tanto che potrei fare confusione.
La mise però è molto bella, GRAZIE!!
un bacione anche a Filippo, a presto!
in queste zone non sono mai stata, ma giusto qualche tempo fa ne parlavamo io e mio marito, sfogliando un giornale che aveva proprio queste mete... l'Istria mi ispira tantissimo. E questa mise en place? Bellissima! bacino, sere
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