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Strudel di pere e cioccolato e Arlecchino, servitore di due padroni

E' passato poco più di un mese da quando mi hanno cambiato di ufficio, come vi avevo raccontato qui, all'inizio non ero molto entusiasta del cambiamento, tutto perché non era una scelta ma bensì un'imposizione.
Nel corso del mese però mi sono abituata e, devo dire la verità, mi è anche piaciuto molto; finalmente avevo trovato quel compromesso che mi permetteva svolgere un misto di lavoro manuale, operativo e di comunicazione.
Ovviamente la soddisfazione non poteva durare troppo.
Venerdì pomeriggio sono stata chiamata nell'ufficio del titolare, che mi ha detto: "bene dopo questo mese di training puoi ritornare all'ufficio commerciale, continuerai a fare tutto quello che hai imparato in questo periodo di affiancamento, inoltre seguirai la parte di commerciale dell'Italia e sarai di supporto alle tue colleghe per altri lavori". 
Ho detto "ok", poi mi sono girata e chinata a 90 gradi sono tornata al mio posto.
Ad essere onesta il siluro me lo aspettavo, ma non pensavo che fosse così grosso e che arrivasse così in fretta; perlomeno di buono c'è che questa volta me lo hanno comunicato.
Adesso farò nell'ufficio commerciale metà del lavoro dell'ufficio acquisti e sono sicura che nessuno vorrà prendersi la responsabilità che questo comporta, nessuno vorrà decidere per il lavoro di competenza di un ufficio diverso e io sono la parodia di Arlecchino, servitore di due padroni.
Ma non temete, magari il mese prossimo sarò qua a raccontarvi che sono passata all'ufficio amministrativo... per la serie, non ci si annoia mai.

A causa di questo mese di lavoro intenso sono rimasta anche indietro con il blog, questo strudel l'ho fatto il giorno del compleanno di Filippo, 10 giorni fa. 
La ricetta della pasta è sempre quella di Mari, che c'è l'ha proposta per la 36esima sfida dell'MTC. Direi che lo strudel non può più essere concepito in modo diverso.


Ingredienti:
Per la sfoglia:
150 g di farina 00
100 ml di acqua
1 cucchiaio di olio extravergine d’oliva
1 pizzico di sale
Per il ripieno:
3 pere grandi
80 g di zucchero 
100 g di cioccolato fondente
3 cucchiai di rum
50 g di nocciole tritate
30 g di burro+20 g di burro fuso per spennellare la sfoglia 
zucchero a velo a piacere per la superficie

Preparare l’impasto per la sfoglia.
Scaldare l’acqua, deve essere abbastanza calda ma non bollente. Setacciare la farina in un recipiente, aggiungere il sale e l’olio e versare a mano a mano l’acqua calda mescolando. Quando la farina avrà assorbito tutta l’acqua, togliere l’impasto dal recipiente e cominciare a lavorarlo con le mani su una spianatoia per un paio di minuti, fino ad ottenere un impasto morbido, quasi appiccicoso ma che comunque non resta attaccato alla spianatoia o alle dita. Mettere l’impasto a riposare, coperto da un panno umido o da una pellicola, per circa mezzora. Nel frattempo accendere il forno e portarlo alla temperatura di 180°C, modalità statica.
Preparare il ripieno.
Far sciogliere in un tegame il burro e poi farvi rosolare le nocciole ben tritate. Spegnere il fuoco e far raffreddare.
Lavare le pere, sbucciarle, privarle del torsolo, e tagliarle in fettine sottili. Mettere le fettine di pera in un recipiente, aggiungete lo zucchero, il rum, il cioccolato tritato al coltello e mescolare bene il tutto.
Stendere la sfoglia.
Mettere una tovaglia pulita (possibilmente lavata con sapone neutro e ben sciacquata), di lino o di cotone, sopra a un tavolo. Infarinare leggermente la tovaglia, prendere l’impasto e cominciare ad appiattirlo con le mani sopra alla tovaglia, quindi spianarlo aiutandosi con un mattarello. Quando la sfoglia comincerà ad essere abbastanza sottile mettere da parte il mattarello, sollevare la sfoglia dal tavolo aiutandosi con le mani e, tenendola con le nocche nella parte sottostante, cominciare a tirarla verso l’esterno facendola girare ogni tanto e facendo attenzione che non si rompa. La sfoglia deve diventare praticamente trasparente. Riporla nuovamente sulla tovaglia, si dovrebbe aver ottenuto una sfoglia quadrata di circa cinquanta centimetri per lato. Siccome i bordi saranno rimasti un po’ più spessi, passare con le dita lungo tutta l’estremità della sfoglia tirando la pasta per assottigliarla.
Disporre sulla sfoglia il composto di nocciole, quindi sopra ad esso il ripieno di pere e cioccolato, lasciando liberi circa due centimetri di bordo.
A questo punto, cominciare a sollevare la sfoglia per arrotolarla sul ripieno, con l'aiuto della tovaglia. Fare un paio di giri, quindi ripiegare anche i due lembi esterni e continuare ad arrotolare fino alla fine.
Riporre la sfoglia in una teglia precedentemente imburrata o coperta da carta forno, spennellare la superficie della sfoglia con il burro fuso e infornare per 30/40 minuti, fino a quando la superficie non sarà dorata.
Togliere la teglia dal forno e fare raffreddare prima di tagliare a fette.
A piacere spolverare di zucchero a velo e accompagnare con gelato alla vaniglia.

Commenti

  1. resto basita. Ieri ho sorriso amaramente su una vignetta che circolava su lnkedin, di tre uomini che tengono sospeso sulla testa un menhir: arriva il capo e ne licenzia uno. poi licenzia anche l'altro. L'ultimo rimane da solo,ovviamente nn ce la fa, finisce schiacciato e come de profundis si becca un bell'"incapace" da parte del "padrone".
    So che non è un esempio confortante, ma venerdì la scure si è abbattuta anche nel mio ufficio, come prima conseguenza del decreto renzi: hanno licenziato un'impiegata meritevole e pure in condizione di bisogno, perchè non si possono tenere più di due dipendenti a tempo determinato. Purtroppo, noi non siamo in condizione di assumere e quindi ci sarà un carico di lavoro maggiore per chi resta e una persona disoccupata in più fuori dalla porta. Son quelle situazioni in cui non sai con chi prendertela, perché nessuno ha colpa: il lavoro è diminuito, le tasse aumentano, e insomma, la solita litania che ci sta facendo da colonna sonora da troppo tempo e che mi ero ripromessa di risparmiarti- ma in questi giorni va così. L'unica cosa che posso dirti, di positivo, è che tu sei più che in gamba. Resisti, stringi i denti, appena puoi guardati in giro e vedrai che una soluzione diversa salterà fuori: di questo, son più che sicura. Mal che vada, ti apri una pastcceria specializzata in strudel triestini: con questo, a quanti samo? Buona Pasqua, a te a Filippo e a quella meraviglia dell'Irene!

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    1. Per fortuna il lavoro c'è ancora e me lo tengo stretto. Sono sempre i modi e il poco rispetto x il bagaglio personale e professionale di ognuno, che mi lascia senza parole. Voglio dirti solo, e poi taccio, che a quello che era diventato il mio capo, sono stata io a dirlo. Non si sono nemmeno degnati.

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  2. Tesoro mi spiace sempre vedere come, nonostante si intitolino ministeri alle *pari opportunità* ci siano sempre donne *prese dentro* nel vortice del rientro dalle maternità. Quasi che partorendo si perda la capacità dell'intelletto e la capacità di fare bene il proprio lavoro.
    Da giovane credevo alla carriera delle donne, quella fatta di capacità ed abnegazione, Quella conquistata con piccoli e grandi sacrifici. Poi cominciai ad aprire gli occhi. Per le poche che ce la facevano, mille altre venivano disilluse e demotivate. Per una posizione analoga spesso ci sono pretese e riconoscimenti diversi, specie se sei donna e madre.
    Io spero sempre nella ripresa delle donne, pur non essendo femminista, detesto le ingiustizie e le prevaricazioni. Sono convinta che sarai capace di dimostrare a chi non capisce, quello che sai e puoi fare, e quanto meriti.
    Tieni duro e dai retta ad Ale, guardati attorno....
    Un bacio a tutti e tre, belli come il sole!
    Buona Pasqua
    Nora

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