Di recente ho
ascoltato un'intervista di Michela Murgia, che poi sono andata
a leggere integralmente su Vanity Fair. Devo ammettere che
non la conoscevo molto, se non per qualche suo intervento in alcune delle
trasmissioni televisive che seguo, ma non posso definirmi sua estimatrice, fan
o che dir si voglia.
La sua intervista però mi ha mosso delle corde che sapevo esser state già toccate, in passato, ma mai in modo così profondo e lucido.
Il suo concetto di famiglia queer è molto lontano ideologicamente da tutto ciò che razionalmente mi è stato insegnato, ma di fatto tutto ciò che io ho vissuto nella mia vita, con una madre single e senza un padre, gli si avvicina molto. Ho vissuto in una famiglia allargata, con zii e cugini sempre a portata di mano e di cuore, con una madre che non ha mai avuto paura di dire "aiutami, da sola non ce la faccio". Sotto lo stesso tetto siamo sempre state solo io e lei, ma le persone su cui fare affidamento ne ho avute sempre tante e diverse, sia con legame di sangue, che solo per legame di volontà.
Ieri, per l'ennesima volta, ho avuto la riprova che spesso i legami non di sangue sono fondamentali per la nostra esistenza, quei legami a cui spesso ci si appoggia con tutto il proprio peso e che ti sostengono nelle fatiche, anche laddove la famiglia non ci arriva, vuoi per mancanza di empatia o per mancanza di volontà.
Quei legami che ti fanno sentire di appartenere, di essere parte di qualcosa di bello e importante. Un porto sicuro dove poter approdare, sempre.
Vi lascio con una delle frasi che più mi hanno colpito dell'intervista di Michela e consiglio di ascoltare le parole di questa donna così delicata, ma "presente" a sé stessa: "Nessun 'ti amo' conta più di un 'ci penso io', perché è la prova che la fedeltà non conta niente, conta solo l'affidabilità."
Per l'ormai tradizionale pranzo di ferragosto a Rota a casa Mazzoleni ho preparato la torta di mele e Nutella, che in casa mia è ormai diventata un must e questo clafoutis, prendendo spunto da una ricetta postata qualche mese fa dalla mia amica Francy.
La sua intervista però mi ha mosso delle corde che sapevo esser state già toccate, in passato, ma mai in modo così profondo e lucido.
Il suo concetto di famiglia queer è molto lontano ideologicamente da tutto ciò che razionalmente mi è stato insegnato, ma di fatto tutto ciò che io ho vissuto nella mia vita, con una madre single e senza un padre, gli si avvicina molto. Ho vissuto in una famiglia allargata, con zii e cugini sempre a portata di mano e di cuore, con una madre che non ha mai avuto paura di dire "aiutami, da sola non ce la faccio". Sotto lo stesso tetto siamo sempre state solo io e lei, ma le persone su cui fare affidamento ne ho avute sempre tante e diverse, sia con legame di sangue, che solo per legame di volontà.
Ieri, per l'ennesima volta, ho avuto la riprova che spesso i legami non di sangue sono fondamentali per la nostra esistenza, quei legami a cui spesso ci si appoggia con tutto il proprio peso e che ti sostengono nelle fatiche, anche laddove la famiglia non ci arriva, vuoi per mancanza di empatia o per mancanza di volontà.
Quei legami che ti fanno sentire di appartenere, di essere parte di qualcosa di bello e importante. Un porto sicuro dove poter approdare, sempre.
Vi lascio con una delle frasi che più mi hanno colpito dell'intervista di Michela e consiglio di ascoltare le parole di questa donna così delicata, ma "presente" a sé stessa: "Nessun 'ti amo' conta più di un 'ci penso io', perché è la prova che la fedeltà non conta niente, conta solo l'affidabilità."
Per l'ormai tradizionale pranzo di ferragosto a Rota a casa Mazzoleni ho preparato la torta di mele e Nutella, che in casa mia è ormai diventata un must e questo clafoutis, prendendo spunto da una ricetta postata qualche mese fa dalla mia amica Francy.
Per la teglia:
30 g di burro
15 g di zucchero
Per l'impasto:
3 uova
50 g di zucchero
1 pizzico di sale
Scorza di 1 arancia
200 ml di latte
100 g di farina di mandorle
50 g di farina 00
Per la frutta:
3 pesche noci
200 g di more
2 cucchiai di brandy o whisky
30 g di zucchero
Preriscaldate il forno statico a 180°C.
Imburrate una teglia e cospargete il fondo con lo zucchero.
Lavate e tagliate le pesche in grossi spicchi e disponetele sulla teglia.
In una ciotola, mescolate le more con lo zucchero e il liquore e fate riposare intanto che preparate l'impasto.
Montate le uova con lo zucchero fino a quando non raddoppieranno di volume, unite il sale e il latte a filo continuando a montare, infine incorporate la scorza d'arancia e le farine con una spatola.
Versate le more e il liquido nella teglia, distribuendo tra le pesche e versate infine l'impasto.
Infornate per 25 minuti.
30 g di burro
15 g di zucchero
Per l'impasto:
3 uova
50 g di zucchero
1 pizzico di sale
Scorza di 1 arancia
200 ml di latte
100 g di farina di mandorle
50 g di farina 00
Per la frutta:
3 pesche noci
200 g di more
2 cucchiai di brandy o whisky
30 g di zucchero
Preriscaldate il forno statico a 180°C.
Imburrate una teglia e cospargete il fondo con lo zucchero.
Lavate e tagliate le pesche in grossi spicchi e disponetele sulla teglia.
In una ciotola, mescolate le more con lo zucchero e il liquore e fate riposare intanto che preparate l'impasto.
Montate le uova con lo zucchero fino a quando non raddoppieranno di volume, unite il sale e il latte a filo continuando a montare, infine incorporate la scorza d'arancia e le farine con una spatola.
Versate le more e il liquido nella teglia, distribuendo tra le pesche e versate infine l'impasto.
Infornate per 25 minuti.
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