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Pastiera napoletana

Anche nella mia famiglia di origini pugliesi, ad un certo punto, a Pasqua, abbiamo iniziato a mangiare la pastiera. 

A prepararla era mia cugina Daniela, con la ricetta di sua suocera, poi anche la zia Vittoria, siccome tutti la gradivano, ha iniziato a farla, quindi una fettina arrivava sempre, anche qualche giorno dopo, magari conservata in freezer appositamente per me.

Quest'anno nulla, la zia non ne aveva voglia, a Pasqua eravamo via e quindi niente pastiera. Sono sincera, ho visto che spopolava su internet, l'hanno preparata davvero tutti, ma io, mio malgrado, ne avevo fatto a meno.

Poi durante il pranzo con i parenti del ramo bergamasco, è venuto fuori che anche loro avrebbero voluto mangiarla e mi hanno chiesto se l'avevo mai fatta. Ho risposto sinceramente, che no, mai fatta prima perché mi pareva una cosa difficilissima.

Ma in quell'istante ho deciso che anche io mi sarei cimentata per la prima volta e che l'avrei portata loro da assaggiare.

La scelta della ricetta è stata la cosa più difficile: per una settimana ho guardato i blog delle amiche napoletane, di quelle campane, di quelle che erano di altre regioni ma che amavano la pastiera e facevano la loro versione, magari tramandata da un parente o da un amico. 

Ho chiesto a mia cugina la sua ricetta, quella che più avevo nella memoria e sulla base di quella ho scelto la mia personalissima versione, molto eretica, come pensavo sarebbe stata più nelle mie corde, con una dose di zucchero decisamente inferiore a tutte le ricette che avevo letto nel mio peregrinare nell'etere.

Sono partita da un barattolo di grano e, considerando di utilizzarlo tutto, ho fatto 2 pastiere con un diametro di 22/24 cm e 12 mini pastiere nello stampo dei mini muffins.

Per far sì che l'assaggiassero anche le mie figlie ho frullato il ripieno, in modo grossolano, ma il grano e i canditi non si percepivano moltissimo sotto i denti.

 

Ai colleghi ho portato le mini pastiere ed erano buonissime, anche se il ripieno dentro non era predominante, anche mia cugina si è dovuta accontentare di questa versione più frollosa. Alla zia invece ho portato una bella fetta e inizialmente voleva che la mangiassi con lei, poi voleva lasciarla alla figlia, alla fine se l'è mangiata tutta con gusto, senza condividerla. Ai parenti bergamaschi ho portato una delle due grandi e anche loro hanno molto apprezzato, anche se non potevano dare un giudizio molto obiettivo, dato che non avevano molti termini di paragone con l'originale partenopea.

La soddisfazione più grande però l'ho avuta dalle mie figlie, che appena hanno finito la loro fetta, ne hanno chiesto subito il bis.

 

Come prima esperienza non posso che essere soddisfatta, anche se molti napoletani si metteranno le mani nei capelli vedendo quello che ho cucinato, sicuramente la prossima volta farò delle piccole modifiche per migliorarla.



Per la frolla:

500 gr di farina

200 gr di burro

200 gr zucchero

3 uova

Per la crema di ricotta:

700 g di ricotta

300 g di zucchero

3 uova intere + 1 tuorlo

70 g di cedro candito

70 g di arancia candita

la scorza grattugiata di un limone

3 cucchiaini di acqua di fiori d'arancio 

1/2 cucchiaino di cannella

1/2 cucchiaino di estratto di vaniglia

Per la crema di grano:

1 confezione di grano cotto da 580 g

300 g di latte

30 g di burro

scorza di limone

 

Preparate la pasta frolla mescolando velocemente tutti gli ingredienti, formate una palla e ponetela nella parte più fredda del frigorifero per almeno 2 ore.

Preparate la crema di ricotta mescolando in una ciotola la ricotta ben sgocciolata con lo zucchero, lasciate in frigorifero per almeno 2 ore. Setacciatela e poi aggiungete le uova e il tuorlo.

Preparate la crema di grano mettendo il grano, il latte e la scorza di limone in un pentolino e cuocete a fuoco lento per 10/15 minuti girando spesso. Fate raffreddare, eliminate la scorza e frullate il tutto (se vi piace una consistenza più granulosa, non frullate). 

Unite la crema di grano alla crema di ricotta e aggiungete gli aromi: l'acqua di fiori di arancio, la scorza di limone grattugiata, la cannella, la vaniglia e i canditi e fate riposare in frigorifero.

Stendete la sfoglia a 4 mm e foderate 3 stampi da 22/24 cm di diametro con bordi alti 4 cm. Bucherellate la base con i rebbi di una forchetta e riempite con il ripieno, sbattendo leggermente per eliminare eventuali bolle d'aria.

Stendete la restante frolla e ricavate 7 strisce per ogni pastiera, disponetele sulla superficie a formare un reticolato ed eliminate la pasta in eccesso.

Infornate le pastiere nella parte più bassa del forno, preriscaldato a 160° C per 1 ora e 40 minuti, poi spegnete il forno e lasciate le pastiere dentro con lo sportello socchiuso per un'ora.

 

La pastiera va consumata dopo 3 giorni (solitamente viene fatta il giovedì Santo e gustata il giorno di Pasqua). 

Si può conservare in frigorifero fino ad 8 giorni.


Commenti

  1. La pastiera è sempre un successo. Io la faccio tutto gli anni da quando sono entrata nel "vostro mondo"
    La tua cottura mi intetessa molto
    Quest'anno, proprio con riguardo alla cottura, ho avuto qualche problema perché ne ho cotte due insieme più due monoporzione, visto che nel.mip forno ci stavano.

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  2. Di "eretico", dal mio punto di vista, ci vedo solo l'aver frullato il ripieno, ma,se è servito a far si che le tue figlie gradissero, va bene così. Brava per esserti cimentata!

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    Risposte
    1. In realtà ho letto che molti lo frullano. A me non dispiace nemmeno così.

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