E’ quasi ora di pranzo, non so come facciano quelli che arrivano in spiaggia a quest’ora, io già non resisto più, il limite giornaliero è raggiunto. Eppure il mare calmo e pulito del mattino mi rigenera, il rumore lento delle onde, il sole che si alza piano verso il cielo, l’acqua fresca che impone un’immersione calma ma senza ripensamenti. Ci sono due bambini che fanno un castello di sabbia con il loro papà, si sono messi proprio sulla battigia e continuano a correre per prendere l’acqua del mare con il loro secchiello colorato per riempire i fossi intorno alla costruzione pericolante, già consapevoli che si svuoteranno velocemente e allora subito via veloci con i piedini di nuovo in acqua a prenderne ancora. La signora che occupa l’ombrellone di fianco al mio fa le parole crociate, è seduta su una piccola seggiolina di plastica su cui ha poggiato un telo leggero, sicuramente comprato da un venditore ambulante sulla spiaggia. Il marito è sdraiato accanto a lei, nonostante l’età ha an