Questo fine settimana ho staccato da tutto e tutti. Due giorni lontana dal lavoro e dal computer mi sono sembrati davvero un'eternità, come se il tempo si fosse dilatato e rallentato. Ho infilato gli scarponcini e ho vagato per le mulattiere alla scoperta di luoghi nascosti tra i boschi di questa parte della valle che proprio non conoscevo. Il fiume scorre pieno, le piogge dei giorni scorsi hanno dato vita a cascate scroscianti, l'acqua si rincorre veloce. Mi accorgo che mi guardo intorno alla ricerca di un posto un po' selvaggio, nascosto agli occhi della gente, scaldato dai raggi del sole e sogno ad occhi aperti di rinfrescarmi dalla calura agostana immergendomi nelle acque fredde dell'Imagna. Pensieri bucolici invadono la mia mente e il mio cammino. Attraverso un ponte di legno, raccolgo qualche ortica e poi finalmente lo scorgo, coperto da edera e flora selvaggia, il Ponte del Fol. Risalendo il ripido crinale della collina mi rendo conto che il ponte non dista più